Chi scommette sul fallimento del progetto (e viene pagato per questo)

C’è un ruolo nel team che scommette sul fallimento delle storie. Cerca l’insuccesso con i clienti. Ama trovare la magagna.

E’ il tester.

Tutto il team, PO compreso, desiderano creare valore in un clima di zelante ottimismo. Il ruolo di tester invece prescrive la ricerca dell’insuccesso di una user story: questo fa della persona che ricopre tale ruolo un elemento chiave del team, in quanto lui solo si sente votato alla ricerca del fallimento.

Persino il PO, più o meno consciamente, desidera il successo delle user stories e ne vede il fallimento come un impedimento al normale procedere del progetto, così che lui stesso diventa il peggior nemico della qualità di quello che viene rilasciato, a volte anche accettando una certa quantità di debito (tecnologico o di usabilità) pur di rilasciare la funzionalità. Per sua fortuna il tester non ha pietà.

In “lessons learned in sofware testing” la cosa prende una piega epica: “sull’isola dei tester essi erano destinati per sempre a cercare ciò che non potrebbe e non dovrebbe esistere, sapendo che avere successo porterà miseria agli Dei”.

Parlando di tester il mio coach era stato ancora più illuminante.
Citando Diana Larsen ha presentato il valore del ruolo di tester come l’effetto di arricchimento intellettivo apportato da un elemento di eterogeneità: se in un team di sviluppatori si inseriscono dei designers, o se in un team di soli maschi si inserisce una signorina (questo era proprio l’esempio fatto), l’effetto è un ampliamento della curva gaussiana delle possibilità di variazione del punto di vista e quindi della soluzione a un problema logico o tecnico, e di fatto un ampliamento statistico del range di variabilità, e di fatto un miglioramento della qualità.
L’introduzione di un tester, che ha una visione esattamente speculare a quella di un qualsiasi altro team member, è un valore inestimabile per un qualsias gruppo di lavoro.

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